RIPORTIAMO BACCO AL CARNEVALE DI VERSCIO – un approfondimento di Massimo Izzo

Carnevale Pedemontese, Verscio 1900 - Foto n.i., Archivio Museo

Il Museo Centovalli e Pedemonte di Intragna, Canton Ticino (CH), custodisce una fotografia scattata nel 1900 in occasione del Carnevale del villaggio di Verscio. Questo è probabilmente uno dei documenti storici fotografici più antichi della storia dei carnevali ticinesi, una tradizione consolidata che vede più di 130 feste di carnevale organizzate nel cantone[1].

L’atmosfera che si percepisce in questa fotografia è molto differente da quella festosa mostrata dalle fotografie, anche antiche, di un tipico carnevale. Come vedremo illustrando gli elementi di questa fotografia, la sua atmosfera ci riporta alla componente sacrale legata alla divinità del carnevale-baccanale, ovvero gli dei dell’antichità romana e greca, Bacco e Dioniso.

Nella foto si nota subito che c’è un solo carro, e di dimensioni notevolissime. Un’enorme botte da vino orlata dall’edera, la pianta del dio Bacco e del Dio Dioniso, di cui spiegheremo il significato. Il figurante sulla botte è nella stessa posa di Dioniso nei vasi attici decorati, con il braccio alzato a sollevare il boccalino ticinese del vino, esso stesso così simile ai vasi da vino della grecità.

Bacco 1925, Biasca, Atte-Museo della Memoria

Un’altra foto altrettanto antica, del 1925, dal Carnevale di Biasca [2], dove il carro di Bacco era identificato da una semplice scritta “Bacco”, esibisce uno stridente contrasto con la monumentalità del carro di Verscio. Qui infatti il carro è semplicemente ornato con l’edera, la pianta sacra del Dio, e occupato da persone vestite con tuniche bianche in guisa di antichi romani, in linea con la tradizione di mascherarsi per il carnevale.

Nella foto di Verscio invece nessuno è vestito in maschera. Ma non solo. L’abbigliamento dei personaggi è l’opposto del disimpegno o del frivolo: si tratta di abiti eleganti e formali, in funzione del ceto sociale dei partecipanti. Si può individuare anche la presenza di cariche sociali più elevate della media, forse del paese, forse di altre provenienze. Tutti indossano formali cilindri o bombette, e anche i bambini sono vestiti con giacca, cravatta e coppole. Le forze dell’ordine in alta uniforme aprono la processione, e su di un lato si può osservare un gruppo di militari in divisa e con moschetti. Significativo che i personaggi siano tutti uomini e solo sul fondo, appoggiata al muro di una casa, si intravede una donna con un bambino in braccio, che è venuta con molta discrezione a sbirciare, appena fuori dall’uscio di casa.

Non una processione per chiunque, quindi, e con una serietà d’intenti che trapela da tutti i volti, serissimi e senza un sorriso. Non certamente l’aria di un allegro carnevale, e allo stesso tempo, una manifestazione di altissimo rispetto per il Dio che troneggia in processione. Un atteggiamento sacrale che evoca ciò che vogliamo ricordare e discutere in questo breve articolo: gli aspetti religiosi e psicologici connessi al Dio Bacco-Dioniso, aspetti facilmente trascurati nel tipico caos allegro del Carnevale moderno. Qualcosa che da questa foto di Verscio invece emana in modo potente.

Ma prima di approfondire questi aspetti del Dio Bacco-Dioniso, ci si potrebbe chiedere l’origine dell’anomalia che traspare da questa foto a Verscio, in contrasto con l’atmosfera allegra e disimpegnata tipica dei carnevali ticinesi.

L’autore, pur lasciando agli storici ticinesi il compito di studiare il contesto di quella foto, vuole sottolineare che il 1900 segna l’uscita da uno dei periodi più critici per la viticoltura svizzera. Nel 1875, attraverso Ginevra, arrivarono dall’estero le infestazioni di filossera americana e oidio che decimarono i vigneti di tutta la Svizzera [3]. La reazione delle autorità federali non si fece attendere, con l’istituzione di Scuole Agricole e stazioni federali di ricerca agronomica che portarono agli innesti di varietà resistenti con le varietà locali, all’istituzione di cooperative e in ultima analisi a una migliore organizzazione e possibilità del comparto.

È quindi suggestiva l’idea che quella seriosa processione del Dio Bacco-Dioniso in trionfo nella fotografia di Verscio del 1900 fosse in realtà una processione di stampo religioso di ringraziamento al Dio che ha salvato la viticultura ticinese e svizzera. In ogni caso, l’atmosfera di quella foto ci ricorda quanto fosse importante la figura del Dio nel contesto carnevalesco.

L’associazione del rito religioso al Dio, del resto, è quello che ha caratterizzato il culto di Dioniso nell’Antica Grecia e del suo equivalente Bacco nell’Antica Roma. Veri e propri culti misterici che avevano due manifestazioni, una privata ed esoterica e riservata a pochi, e una pubblica ed essoterica riservata a tutti. [4]

Dioniso, come altre divinità dell’antichità, era il Dio dell’Estasi.[5] La stessa etimologia del termine estasi inizia a spiegarci l’atteggiamento psichico correlato all’energia del Dio: Ek-stasis = Essere al di fuori di sè stessi. Ovvero, la presenza del Dio durante il suo culto induce uno stato che porta l’individuo al di fuori della propria individualità, per partecipare a uno stato transpersonale collettivo. Tale stato è detto Enthousiasmós = Essere ispirati dall’ En-Theòs = Il Dio Interiore.

Con questi elementi iniziamo a capire il perché al Dio è stato associato l’inebriante effetto alcolico del vino, che favorisce lo stato di entusiasmo collettivo e l’allontanamento dalla propria identità di tutti i giorni. I travestimenti, che inducono la trasformazione dell’identità del partecipante al rito, non fanno che accentuare e facilitare questo annullamento provvisorio della propria storia personale a favore del festeggiamento collettivo. Festeggiamento che quindi si tramuta in una sperimentazione del proprio Dio interno, Dioniso, che ora vive nella realtà attraverso il partecipante al rito.

Ma quale tipo di energia è l’energia dell’Estasi, l’energia del Dio Bacco-Dioniso? Qui viene in aiuto la simbologia segreta dietro gli attributi del Dio: l’edera. Essa rappresenta, attraverso un’immagine del tutto umile e naturale una potente forza della natura. L’edera continua a infestare ed emettere radici anche se prendiamo i suoi steli e li tagliamo a pezzettini. A ogni taglio nascerà una nuova pianta, e per questo, come è noto a chiunque possegga un giardino infestato dall’edera, è quasi impossibile liberarsene. Ma non solo: è sempre l’edera ad attaccare grossi alberi morenti al punto di tirarli giù verso il terreno e poter permettere la loro assimilazione da parte degli agenti di putrefazione nel terreno creando nuova fertilità e nuova vita.

L’edera è cioè il simbolo stesso di quello che i greci chiamavano ZOÉ, cioè l’archetipo della vita indistruttibile, quella vita che non è soggetta a morte perché si ricicla continuamente. E per i greci Dioniso era il portatore dell’archetipo ZOÉ, energia vitale pura, precedente anche alla vita biologica, che in ogni essere o in ogni pianta si estingue invece alla sua morte.

Ma anche la provenienza di questa energia vitale di base viene rappresentata dalla grecità in modo simbolico e appropriato: è l’energia della Grande Madre Natura, rappresentata dal terribile felino carnivoro giaguaro/leopardo.

Slide esplicativa di Massimo Izzo su raffigurazione presso Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Inv. Nr. 6726, Corteo Bacchico con satiro e menade. Da Pompei, I° sec d.C.

Quando la rappresentazione è più esplicita, si vede il Dio Dioniso che domina il leopardo cavalcandolo o portandolo al guinzaglio. Il leopardo rappresenta fin dal Neolitico orientale del X° millennio a.C. l’enorme e pericolosa forza degli agenti naturali. Infatti va ricordato che così come l’energia della Grande Madre Natura permette la sopravvivenza del genere umano con i suoi regali, altrettanto non ha coscienza né preferenza di specie, risultando spesso mortale e pericolosa per gli umani. La figura del giaguaro, con la sua tecnica di agguato invisibile dall’alto dei rami degli alberi, ne rappresenta la sua pericolosa invisibilità, oltre alla sua selvatica potenza.

Dioniso, divinità della psiche umana, nell’atto di cavalcare il giaguaro, simboleggia il Dio che trae da questo enorme serbatoio di energia vitale, per darlo all’umano. Scendendo nei simboli e nei significati esoterici della grecità, si può capire quindi che l’estasi del rito festoso al Dio Dioniso è il momento in cui l’individuo, attivando il suo Dio interiore, si riempie di energia vitale, ZOÉ.

L’immagine qui riportata di Dioniso con il leopardo ci mostra il Dio accompagnato da un suonatore di flauto nudo e da una suonatrice di tamburello e danzatrice con la testa rivolta all’indietro, nella tipica posa di un essere in estasi. Siamo di fronte ad altri due elementi importanti dell’estasi dionisiaca: la musica, che le cronache latine ci riferiscono ipnoticamente ripetitiva, e la danza. Come l’ebbrezza del vino, anche la musica e la danza sono veicoli per gli stati di estasi; ora, lontani dal loro significato banalizzato di attività mondana, possiamo interpretarli come vie da accesso al sacro e alla rigenerazione delle energie dell’individuo.

La necessità di vivere periodicamente momenti in cui ci si possa abbandonare a stati di coscienza che ci portino fuori dal nostro usuale sé, non ha mai cessato di esistere, neanche quando le leggi, come il Senatus Consultum de Baccanalibus del 186 a.C, abbiano dichiarato illegale l’organizzazione del Baccanale. La paura di perdere il controllo di masse di persone in uno stato di coscienza non ordinario ha sempre fatto paura ai difensori dell’ordine. Il Dio Dioniso infatti, come tutte le divinità del Pantheon greco, ha i suoi lati oscuri, nell’eccesso, per esempio.

La festa dionisiaca era di conseguenza organizzata in posti segreti e molto isolati, consapevoli dell’eccezionalità del rito, della rottura delle convenzioni sociali usuali e della sua potenziale problematicità se non gestita. Non molto è cambiato oggi da quei tempi, quando a essere oggetto dell’attenzione delle forze dell’ordine sono spesso feste dionisiache altrettanto organizzate in segreto e basate su musica e danze ripetitive e inebrianti: i cosiddetti raves.[6]

Il moderno carnevale conserva quindi intatti alcuni elementi dell’antica festa dedicata al dio Dioniso, come la musica, la danza, l’uso di alcolici, il travestimento come metafora dell’uscire da sé, il sovvertimento dei ruoli sociali. Con la differenza che questi elementi vengono il più possibile resi innocui e depotenziati nella loro portata di momento di rottura. Ricordarsi che alla base del carnevale o feste simili c’è un’innata esigenza della psiche umana verso gli stati di estasi, e un elemento sacrale e religioso in quello che sembra superficialmente solo un momento di baldoria, ci aiuterà a capire una famosa frase di Gustave Flaubert: “Non c’è niente di serio in questo basso mondo che il ridere”.

Massimo Izzo


[1]  La tradizione del carnevale in Ticino, (https://www.ascona-locarno.com/it/attualita/storie/carnevale)

[2]   Il carnevale di Biasca realtà e tradizione 1984, (https://lanostrastoria.ch/entries/0OYn1RRmAbK)

[3]    Dizionario storico della Svizzera italiana, Viticoltura, 3.La crisi della viticoltura nel XIX e XX secolo, Autrice: Heidi Lüdi , (https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/013937/2014-11-11/#HLacrisidellaviticolturanelXIXeXXsecolo)

[4]    Károly Kerényi, Dioniso. Archetipo della vita indistruttibile, 1976

[5]   Alain Danielou, Gods of Love and Ecstasy: The Traditions of Shiva and Dionysus, 1980

[6]   Graham St. John (Ed.), Rave Culture and Religion, 2009


Breve Bio dell’autore Massimo Izzo

Nato a Napoli, 1961. Ingegnere, Egittologo ed Archeologo Orientalista, laureato nelle Università di Napoli e Pisa, ha fatto parte della Missione archeologica dell’Università di Pisa in Egitto a Dra abu El-Naga, tomba tebana TT14, presso Luxor, sotto la direzione della Prof.ssa Marilina Betrò. Dal 2005 si occupa di divulgazione storico-archeologica con articoli, corsi monografici e conferenze. Come ricercatore indipendente scrive e si interessa di interpretazione storica e antropologica tramite la psicologia del profondo junghiana e post-junghiana. Le civiltà e periodi storici di interesse prevalente sono l’Antico Egitto e Mesopotamia, il Neolitico Orientale e la storia Biblica.

Sito internet , Pagina Academia 

Un Carnevale diVerscio dal solito

Il progetto Riportiamo Bacco al Carnevale di Verscio è un’iniziativa per un carnevale diverso dal solito da supportare e a cui partecipare.

Segue l’invito dell’artista Mahdi El Ghomri a diventare parte dell’opera!

124 anni dopo il carnevale di Verscio del 1900, il 18 Febbraio 2024 nella stessa piazza ricreiamo il corteo e la stessa inquadratura come da foto (questa volta però non solo maschi 👀) Poi scendiamo tutti insieme portando l’idolo nei vigneti di Agarta a continuare i festeggiamenti con musica e buon vino. Mi spiego: Nel Museo etnografico delle Centovalli e Pedemonte si può vedere la testimonianza di un carnevale a Verscio datato 1900. Nella foto il corteo di cittadini in abiti da festa segue un carro con sopra una rappresentazione di Bacco. Agli abitanti delle Terre di Pedemonte di uno due secoli fa era quindi chiaro il legame del carnevale con la tradizione pagana pre-cristiana, si può ipotizzare quasi un onda romantica – post illuminista. Bacco (o Dioniso per i greci) è un Dio ibrido dalla multiforme natura maschile e femminile, animalesca e divina, tragica e comica. Incarna nella sua ebbrezza l’istinto primordiale presente in ogni essere vivente; istinto che permane nell’uomo “civilizzato” e non espresso correttamente può sfociare in violenza. E proprio per quest’ultimo motivo la questione diventa rilevante per la nostra società. La cultura della violenza, la demonizzazione della follia e la paura del caos sono così fortemente radicate dentro ognun* di noi. Per questo quell* di noi che hanno il privilegio di vivere in un tempo storico di pace, non possono ignorare l’urgenza di riprogettare la propria vita e la propria comunità includendo la libido ed il piacere tra i valori fondamentali regolatori. Senza questa base non si può imparare il rispetto. Perché celebrare il piacere dell’ebrezza vuol dire celebrare una parte fondamentale di noi stess*. Vuol dire imparare ad avere rispetto. E pensate che questa è solo una delle innumerevoli sfumature dell’archetipo del dio loco.

Il progetto è interamente creato in collaborazione con Jelena Sucic e il CSRP Institute grazie all’amorevole ospitalità dell’azienda agricola bio Agarta di Cavigliano e grazie anche all’aiuto di chiunque voglia partecipare 👇 perchè grazie all’indispensabile contributo del CSRP si sta facendo una campagna di crowdfunding – per cui se vuoi aiutare a realizzare questo sogno questo è il link https://www.lokalhelden.ch/it/bacco-a… C’è del buonissimo vino della fattoria Agarta in palio per chi ci sostiene. La stessa fattoria dove si svolgerà l’after party del Carnevale per intenderci Canton Ticino”

Si trova anche in formato Reel su Instagram 😉

The Let’s bring Bacchus back to the Verscio Carnival project is an initiative for a different-than-usual carnival to support and participate in.

It follows the invitation of the artist Mahdi El Ghomri to become part of the artwork!

124 years after the Verscio carnival of 1900, on Feb. 18, 2024 in the same square we recreate the procession and the same framing as in the photo (this time, however, not only males 👀) Then we all go down together taking the idol to the vineyards of Agarta to continue the festivities with music and good wine. Let me explain: In the Ethnographic Museum of the Centovalli and Pedemonte you can see evidence of a carnival in Verscio dated 1900. In the photo, the procession of citizens in festive dress follows a float with a representation of Bacchus on it. To the inhabitants of the Terre di Pedemonte one two centuries ago, the carnival’s connection to the pre-Christian pagan tradition was thus clear, one can almost assume a romantic-post-Enlightenment wave. Bacchus (or Dionysus for the Greeks) is a hybrid god with a multifaceted nature-masculine and feminine, animalistic and divine, tragic and comic. He embodies in his intoxication the primordial instinct present in every living being; an instinct that lingers in “civilized” man and not properly expressed can result in violence. And for this very last reason, the issue becomes relevant to our society. The culture of violence, the demonization of madness and the fear of chaos are so strongly rooted within each* of us. Therefore, those* of us who are privileged to live in a historical time of peace cannot ignore the urgency of redesigning our lives and communities by including libido and pleasure among the regulating core values. Without this foundation, respect cannot be learned. Because celebrating the pleasure of drunkenness means celebrating a fundamental part of ourselves*. It means learning to have respect. And just think that this is just one of the countless shades of the archetypal loco god.

The project is entirely created in collaboration with Jelena Sucic and the CSRP Institute thanks to the loving hospitality of the Agarta organic farm in Cavigliano and also thanks to the help of anyone who wants to participate 👇 because thanks to the indispensable contribution of the CSRP a crowdfunding campaign is being done – so if you want to help make this dream come true this is the link https://www.lokalhelden.ch/it/bacco-a… There is some great wine from Agarta Farm up for grabs for those who support us. The same farm where the Carnival after party will be held to mean Canton Ticino.”

It can also be found in Reel format on Instagram 😉

Reframing Systems Thinking for Systems Changes: Sciencing and Philosophizing from Pragmatism towards Processes as Rhythms | JISSS

David Ing and Gary S. Metcalf, “Reframing Systems Thinking for Systems Changes: Sciencing and Philosophizing from Pragmatism towards Processes as Rhythms.” Journal of the International Society for the Systems Sciences 67: 4154. https://journals.isss.org/index.php/jisss/article/view/4154.

Abstract

Systems thinking rose in 20th century industrial society largely from post-WWII research. Psychologists Eric L. Trist and Fred E. Emery were early in human relations, later turning towards sociology. Philosophers C. West Churchman and Russell L. Ackoff were cofounders of Operations Research, applying pragmatism to problem-solving of complex issues. The texture of Socio-Technical Systems (STS) and Socio-Ecological Systems (SES) perspectives interweaves with management science and inquiring systems.

In the 21st century, the Service Economy and Ecological Anthropocene followed advancement of the Internet and globalization through the 1990s. Resurfacing Trist-Emery and Churchman-Ackoff for a new generation not only revisits their sciencing, but also philosophizing.

Trist-Emery Socio-Psychological Systems (SPS) and STS perspectives extended the structuralist psychology of Gestalt, through Andras Angyal and Kurt Lewin. The SES perspective built on the pragmatist metaphilosophy of Stephen C. Pepper. Sciencing by Churchman-Ackoff encouraged Operations Research beyond mathematics towards collaborative decision-making. Postwar applied philosophizing built on the experimentalism of Edgar A. Singer Jr. This lineage traces from the Metaphysical Club circa 1890, through the 1980s.

Philosophizing in the 21st century provides new lenses for the systems sciences. Through ecological anthropology, Tim Ingold depicts the lives of lines, and texture in weaving. Through Classical Chinese Medicine, Keekok Lee distinguishes yin qi and yang qi. In post-colonial constructionist program of Rethinking Systems Thinking, principal concepts of (i) rhythm, (ii) texture, and (ii) propensity have become the core of Systems Changes Learning practices, theory, and methods. A new world hypothesis of (con)textural-dyadicism is proposed, combining STS and SES features. The associated systems theory foregrounds time-space changes over the defining of space-time systems and boundaries. Philosophizing across Western and Classical Chinese traditions requires deeper inquiry and education.

Keywords: Systems change, philosophy of science, pragmatism, Chinese philosophy, socio-technical, socio-ecological

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RSD12 – The Here and Now – The process of building the discussion around the perciveable misalignments between technology and society in the Industry 5.0 era

Presented on Oct. 14 in Pre-Release online Panel Innovation: Entanglements of Interest during Relating Systems Thinking and Design (RSD12) Symposium | October 6-20, 2023

THE HERE AND NOW The Process of Building the Discussion Around the Perceivable Misalignments Between Technology and Society in the Industry 5.0 Era

Jelena Sucic, Susu Nousala, David Ing, Gary Metcalf

Abstract

This presentation focuses on a “moment in time,” at the end of a four-year research process to study Industry 5.0. The research had been funded through an EU Horizon 2020 grant, to the IN4ACT team at Kaunas University of Technology, and the results were to be incorporated into a book describing what was learned. During an intensive five-day workshop with the IN4ACT team, a number of challenges became clear. First, even the definition of Industry 5.0 had evolved during the time of the research. Definitions ranged from mitigating the negative effects of technology on people to implications for global sustainability. Second, the technologies had evolved rapidly during the time of the investigation, most particularly aspects of artificial intelligence and machine learning, including Large Language Models. During the research project, the team had to work through and crystallize the dynamics and range of views covering capabilities of automation, robotics, Internet of Things (IoT), manufacturing to AI-driven technologies driving the techno-economic yielding, contrasting the impacts of ecosystems and landscapes of the human-centric approaches. Ultimately, the research created a snapshot (a momentary view) of a human-centric response to technological development which appears, at times, to be beyond current regulation or control. This presentation summarizes the lessons learned from the research, including the need to address the ethical and social implications of AI and other currently developing technologies.

KEYWORDS: Industry 4.0, Industry 5.0, Digital industrial transformation, Sustainable technology governance, Ecosystems, Circular economy, Society 5.0, artificial intelligence, GPT.

Symposium 2023 –The Impacts of Digital Industrial transformations

We are happy to present the Call and Agenda of our 3nd Symposium! This year, the modality is a open discussion about the topic. We will be connecting from Kaunas, KTU, Lithuania, on the 9th and 10th October 2023!


The call is open to all! You are welcome to join and contribute to the discussion process.

Contact us to receive the access link for the discussion

The theme of the 2023 Symposium Discussions – The impacts of Digital industrial transformations

This year we have a particular approach and task. We have many members involved with the development of a book, which is part of the EU horizon funding. So it seemed logical to invite authors along to discuss their chapters, including concurrent areas of interest, such as the collaboration process and the like.

The Book Proposal Summary:

The digital industrial transformation was successful in delivering technical product delivery-based objectives. Industry 5.0 was intended to address the socio-environmental imbalances, but has not been able to stem the increasingly rapid pace of technological advancement. In the current state, Industry 5.0 policy is not providing the necessary guidance, leaving an unintended misalignment between technology and society. This book foreshadows the needed changes in order to fulfill Industry 5.0 promises. This book is the outcome of four years of exploratory research by an EU Horizon 2020 funded team, and other industry experts, on the impact of digitalization on management and economics. It provides a systemic perspective of Industry 5.0, giving insights into the anticipated changes in industrial dynamics and relevant policies.

Symposium Agenda (EEST Time)

October 9th

10.00   Coffee&Chat moment in presence and online (catch up moment)

10.30   Welcome and Introduction

10.45   Theme kick off discussion

Lead speakers:

Rohan Fernando (Australia online)

Manuel Morales (local)

Morteza Ghobakhloo (local)

13.30   Lunch break

15.00   afternoon theme discussion

Lead speakers:

Jim Spohrer (US online)

Thomas Marlowe (NY online)

Gary Metcalf (US online)

18.00   End discussion session

19.00   Dinner

October 10th

11.00   Extension Discussion Time

Summary and closing comments for CSRP Institute Symposium

13.30   Lunch

15.00   AGM meeting

16.30   Closing of the AGM for 2023.

Time zone table – OCT 9 2023

Sustainable, Smart and Systemic Design Post-Anthropocene: Through a Transdisciplinary Lens

The Special Issue announced in the past years is published and public! The project was carried out by our CSRP Editorial Team: Marie Davidová, Susu Nousala and Thomas J. Marlowe. The contributing Authors are David Ing, Yannis Zavoleas, Xiao (Bella) Hu, Magda Sibley and Ana Zimbarg. The process was warmly supported by Dr Nagib Callaos and Jelena Sucic.

Follows the abstract of the editorial introduction and the full document with the links to the papers.

Abstract: Sustainability as related to the environment is now just over 50 years old. In that time, especially in regard to human artifacts such as architecture, it has largely focused on human priorities, and how they need to be modified to address or rectify environmental and ecological challenges. A new, post-anthropocene view suggests that it is also important to consider the environment as more than a backdrop whose state and appearance must be maintained, but rather as an actor in its own right, with its own interests, including the interests of the living non-human actors in the local ecology. This special issue seeks to explore this wider notion, and the editors view our introduction as an opportunity to present the journal theme, to introduce the authors and place its papers in context, and to welcome researchers and practitioners to explore this topic further.

The Special Issue – Volume 20 – Number 7 – Year 2022

Editorial Introduction – Sustainable, Smart and Systemic Design Post-Anthropocene: Through a Transdisciplinary Lens
Marie Davidová, Susu Nousala, Thomas J. Marlowe
(Pages: 1-10)

Systems Changes Learning: Recasting and Reifying Rhythmic Shifts for Doing, Alongside Thinking and Making
David Ing
(Pages: 11-73)
Evaluating the Impact of Preconditions for Systemic Human and Non-human Communities
Susu Nousala
(Pages: 74-91)
Post-Anthropocene_2.0: Alternative Scenarios through Nature/Computing Coalition Applicable in Architecture
Yannis Zavoleas
(Pages: 92-120)
Applying a Systemic Approach for Sustainable Urban Hillside Landscape Design and Planning: The Case Study City of Chongqing in China
Xiao Hu, Magda Sibley, Marie Davidová
(Pages: 121-153)
Rethinking Sustainability: Mapping Microclimatic Conditions on Buildings as a Regenerative Design Strategy
Ana Zimbarg
(Pages: 154-172)

Special Issue Transfer from JSSB to JSCI

Due to the problem with the publisher, we are transferring the special issue from the Journal of Sustainable Smart Behaviour to the Journal of Systemics Cybernetics and Informatics.

more about the special issue project:

The special issue will be released soon, stay tuned!

Announcement on Researchgate by Marie Davidova

After Development Lectures: Food Systems

The audio recordings of the After Developments Lectures in Food Systems held by ERASME with the Observatory of Circular Economy and Industrial Ecology are now available!

Listen to CSRP Institute’s contribution with Susu Nousala in:

3. Social acceptance and societal evolution for novel technologies

4. Round Table: Social acceptance of artificial intelligence technologies in the food system: the way forward for research

at the following link:

https://erasme.uca.fr/version-francaise/evenements/after-development-lectures

At the Observatory of Circular Economy and Industrial Ecology

Our Susu Nousala was pleased to contribute with her lecture Social acceptance and societal evolution for novel technologies to the space held by the Observatory of Circular Economy and Industrial Ecology! 

https://lnkd.in/eeyMemWP

https://www.linkedin.com/posts/creative-systemic-research-platform-institute_digitalization-ai-sustainability-activity-7012451366086262784-EUDj?utm_source=share&utm_medium=member_desktop: At the Observatory of Circular Economy and Industrial Ecology

After Symposium straight to Classroom

David Ing lecturing on “Knowing Better Via Systems Thinking” for Ryan Armstrong, Ph.D. third year class on International Operations Management at Universitat de Barcelona Business School.

Access to the lectures:

2022/10/10 Knowing Better via Systems Thinking: Traditions and Contemporary Approaches

2022/10/10 Reifying Systems Thinking towards Changes: Rhythmic Shifts, (Con)Texture, and Propensity amongst Living Systems